A cura di Claudia e Luciana Palombi
La collana Testi d’uso è curata da Sebastiano A. Giuffrida.
A cura di Claudia e Luciana Palombi
La collana Testi d’uso è curata da Sebastiano A. Giuffrida.
Dalla quarta di copertina
Questo è in assoluto il primo manuale di teoria ed esercizi fisici per la voce ad uscire sul mercato italiano. Coma si sa, l’uso professionale della voce, soprattutto per attori e cantanti, implica delle conoscenze tecniche finora tramandate per via orale da singoli insegnanti o foniatri. Questo libro, fittamente illustrato da disegni, per la prima volta spiega come accrescere la mobilità delle parti del corpo che intervengono nella formazione della voce – dalla mascella alla lingua, alla laringe, al petto, all’addome. La tecnica rimanda sia al metodo dei movimenti minimi, una delle più diffuse nuove metodologie per dare consapevolezza al proprio corpo al fine di migliorare la propria espressività fisica, sia al metodo della spazializzazione, che accresce la proiezione della voce nello spazio e facilita la comunicazione.
Dalla prefazione di William Weiss
Perché un nuovo libro?
Semplicemente perché da quando insegno il metodo dei movimenti minimi e della spazializzazione (1985) tutti quelli che hanno partecipato ai miei corsi mi hanno richiesto un libro. È chiaro che è preferibile studiare la voce in un laboratorio direttamente da un trainer. Avendo io stesso studiato altri metodi dai libri, conosco la noia nel leggere qualche paragrafo, fare gli esercizi e interromperli per rileggere il metodo assicurandosi che siano stati eseguiti correttamente. Quindi, se il lettore, per sviluppare la propria voce, può spostarsi a Ottawa, in Canada, dove vivo, glielo consiglio. I più fortunati potranno invitarmi! Gli altri dovranno aspettare che ci siano esperti di questo metodo nel loro paese… Il metodo dei movimenti minimi vede le sue origini nell’ambito dell’evoluzione del movimento corporeo, nella prospettiva della presa di coscienza e dello sviluppo del senso cinestetico. Coloro che conoscono la tecnica Feldenkrais vi riconosceranno l’ispirazione di partenza.
Dalla prefazione all’edizione italiana di Claudia Palombi
L’aria è uno degli elementi che ci tengono in vita. Attraverso l’aria avviene lo scambio tra noi e l’ambiente, ed essa ci mette in connessione gli uni con gli altri, poiché, tutti insieme, la respiriamo. Dunque l’aria è veicolo di comunicazione tra gli esseri ancor prima che ci sia l’intento di comunicare.
La voce è un modo specialissimo di far fluire l’aria attraverso il nostro corpo. Un modo naturale, che l’organismo sano esprime fin dalla nascita e che si adegua, nel tempo, alla – o alle – lingua e cultura apprese. Ma le modifiche e gli adattamenti del suono vocale sono anche altri: così come l’assetto del corpo, anche l’emissione della voce varia a seconda del modo di essere e di reagire dell’individuo. La voce anzi esprime ancora più sensibilmente le emozioni, gli stati d’animo, il sentire profondo; dichiara la salute del corpo stesso. Un corpo debole produce una voce debole. Un reiterato soffocare le emozioni, può rendere la voce soffocata; una personalità rigida può irrigidire i suoni. La voce veicola quanto il corpo-mente sente.
In molti casi, tuttavia, non riusciamo a servircene per comunicare realmente come vorremmo, non siamo in grado di gestirla: è difficile abbandonare dei comportamenti automatici assunti nel tempo e restituire alla voce la sua libertà. Quanto poi ad usarla professionalmente, sembra ancora più complicato: vorrebbe dire avere una voce efficace senza sforzarla e, soprattutto, senza diventare afoni. In che modo si arriva a lasciare andare la voce e, al tempo stesso, controllarla?
Educare la voce risponde a questo interrogativo con una sua via.
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